Il Massiccio
del Grappa deve la sua notorietà
agli avvenimenti succedutisi
nel corso della Grande Guerra, allorchè divenne l'ultimo baluardo di
difesa delle truppe italiane, prima
che gli eserciti dell'Impero Austroungarico potessero dilagare nella pianura
veneta. Ricco di memorie storiche,
non lo è da meno di pregi naturalistici. Come
primo baluardo alle spalle della pianura l'acrocoro
gode di un macroclima generalmente di tipo prealpino, ma data la complessità
strutturale del rilievo, sussitono diversi 'microclimi' generati dalle molteplici
e diversificate peculiarità geomorfologiche dell'altipiano. Ne consegue
una notevole quantità e qualità di comunità vegetali
spontanne, anche di pregio, e di rari endemismi. Nella pedemontana si potrà
trovare una flora di tipo mediterraneo, mentre salendo verso Cima Grappa,
potremmo incontrare entità floristiche di tipo alpino. Tra le specie
più pregevoli vanno menzionate: Centaurea alpina, Adenophora liliifolia,
Primula matthioli e Lilium carniolicum.
La notevole
diversità ambientale ha favorito anche lo sviluppo di una ricca fauna
selvatica. Non è difficile sul Grappa osservare splendidi esemplari
di Cervi (Cervus elaphus), Caprioli (Capreolus capreolus),
Camosci (Rupicapra rupicapra)
e qualche raro Muflone
(Ovis musimon). Tra gli uccelli è d'obbligo citare la presenza
dell'Aquila reale (Aquila chrysaetos) e del Falco pellegrino (Falco
peregrinus). Anche la fauna entomologica presenta delle specie rare e
pregiate quali il raro ortottero Saga pedo o i
piccoli coleotteri endemiti di grotta, come alcune
specie di Orotrechus.